Il richiamo del “Ma Project in città”: artisti in collaborazione a Perugia

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Un laboratorio creativo che celebra il "vuoto" come opportunità e la diversità come punto di forza.

Data:

04 Agosto 2025

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Ma Project

Descrizione

Il “Ma” richiama l’estetica asiatica ed è la lettura dell’ideogramma giapponese () che fa riferimento al concetto di vuoto: vuoto non come mancanza, da riempire – come inteso dalla nostra tradizione – ma vuoto che si fa spazio da sé, un intervallo per prendersi del tempo. Fisicamente il Ma Project è il laboratorio in via Pellas, appena fuori dal centro storico di Perugia, dove l’idea giapponese viene così interpretata. Vale a dire: ha a che vedere con idee e creatività e chiunque può mettersi in pausa e abbracciare quel vuoto. 

Il Ma Project si trova al piano terra del grande palazzo in stile Liberty della via, nei locali di un’ex tipografia: la sala all’ingresso è anche la sala più ampia – 100 metri quadrati per cinque metri di altezza – e qui vengono ospitate mostre e collezioni aperte al pubblico. Poi c’è la sala conviviale - nata con l’idea di stimolare la socializzazione – dalla quale si accede al piano superiore e dove si trovano gli studi dei sei artisti che oggi portano avanti il Ma Project. “Sei artisti e sei personalità differenti – racconta ai microfoni del Mug la cofondatrice Anja Capocci – Il Ma Project accoglie le nostre singolarità che insieme formano una pluralità di visioni”. Tra loro – Anja Capocci, Letizia Cassetta, Nicola Alessandrini, Luca Bastianelli, Cecilia Damiani, Ilaria Pennoni - ci sono scultrici, incisori, pittori, con un’età media di 35 anni: ognuno ha il proprio linguaggio artistico. Anche in questa molteplicità si riflette il significato del nome: “Ma” inteso come congiunzione avversativa, che introduce un contrasto, qui reinterpretato come occasione di confronto, crescita e scambio di visioni. 

Le visioni cambiano anche con il mutare degli artisti: i fondatori inizialmente erano otto, tutti provenienti dall’Accademia di Belle Arti di Perugia; oggi ne restano due.  “Cambiando le persone, cambiano le energie, cambiano le aspettative ma la bussola – continua Anja – non è mai cambiata: l’idea è quella di intessere una rete virtuosa per allargare l’orizzonte ed espanderci”. Così sono nate collaborazioni con realtà esterne, come l’Istituto italiano di Design di Perugia con cui è stata realizzata una mostra di light art: “In questo caso abbiamo lavorato ai display espositivi, curando la parte informatica e didattica”. E ancora, la collaborazione con il Comune di Perugia a Palazzo della Penna dove gli artisti del Ma Project esporranno le proprie opere. Oppure la mostra del giovane artista pugliese Simone Rutigliano, che sarà inaugurata negli spazi in via Pellas il 28 settembre. 

In genere le esposizioni durano dalle tre settimane a un mese e sono affiancate da una programmazione di eventi e incontri. Lo spazio è sempre visitabile negli orari di apertura o seguendo le attività annunciate sui canali social.

“In questi quattro anni dall’inaugurazione – conclude Anja – abbiamo sempre ricevuto una bella risposta dalla città, che ha confermato il nostro impegno e la nostra visione. Il Ma Project è diventato un luogo di socialità, di scambio, non solo uno spazio per la fruizione passiva dell’arte”.

Arianna Sorrentino

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Ultimo aggiornamento: 04/08/2025, 15:34

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