Fuori! Cronache dal Pride

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Umbria Pride 2025 tenutosi a Terni sabato 5 luglio.

Data:

23 Luglio 2025

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Descrizione

“Oggi siamo fuori di noi!”. Questo esclama un responsabile dell’associazione Omphalos di Perugia dal palco dell’Umbria Pride 2025 tenutosi a Terni sabato 5 luglio, dando voce allo slogan scelto per la manifestazione.

E forse son proprio queste le parole che meglio descrivono l’aria che si respirava durante la parata: fuori di sé dalla rabbia per una società che non accetta la diversità e per un governo che, secondo gli organizzatori, non si decide a fare quei passi avanti necessari a tutelare le minoranze e ad assicurarne i diritti accordati invece alla maggioranza dei cittadini. A farne le spese sono quelli che si trovano per la loro condizione meno equipaggiati per fronteggiare la crudeltà del mondo e difendersi dalle violenze di una società a volte brutale: i figli delle famiglie arcobaleno. La denuncia pronunciata dal palco viene da una rappresentante dell’associazione Famiglie arcobaleno la quale ricorda la violenza verbale di cui sono stati vittima qualche giorno prima la presidente della associazione medesima insieme ai suoi figli e ad altri bambini, impegnati in un’attività ricreativa durante una manifestazione.

Fuori di sé anche dal dolore per le guerre che straziano sempre di più il mondo, dallo sterminio in atto a Gaza, che viene più volte ricordato dall’alto dei carri e del palco, al conflitto in Ucraina e a quelli meno noti in corso nel continente africano. Poiché, ne sono convinti nel comitato organizzativo, non si può scindere la lotta per la difesa dei diritti in una moltitudine di fazioni.

Ma il Pride non è solo rabbia e dolore, è anche gioia e partecipazione civica, rappresentazione. Altre parole che hanno animato la manifestazione. Iniziata fra le saracinesche abbassate di una città che sembrava un po’ sorpresa e sgomenta di fronte a ciò che stava accadendo, la parata, animata secondo gli organizzatori da più di 5.000 partecipanti, ha sfilato in un tripudio di colori, musica e messaggi anche duri rivolti alla giunta comunale e al sindaco della città Bandecchi, ma anche alle forze dell’ordine, accusate di voltarsi dall’altra parte nei casi di violenza contro le persone queer. Non sono di sicuro mancati sguardi di disapprovazione lanciati dagli angoli delle strade o da dietro il vetro delle finestre sovrastanti. E la parata non si è fatta spiazzare dall’atmosfera alienante che si respirava in città, fermandosi al disotto delle finestre del palazzo del Comune per invitare il sindaco a unirsi con cori di scherno.

Eppure succede anche in queste situazioni di ascoltare camminando una conversazione fra una ragazza guardinga ferma a bere dell’acqua e un’anziana signora scesa in strada. “Ma cosa festeggiate, che non ho proprio capito?”, domanda la signora con curiosità alla ragazza che stupita risponde semplicemente: “L’amore uguale per tutti e fra tutti signora” “Ah che bella cosa! E che bello vedere le strade piene! Io sono spesso sola da quando mio marito è morto e vedervi così belli e gioiosi mi fa proprio felice!”.

Perché fuori vuol dire anche visibili, reali e per certi versi normali. Di una normalità nuova, in cui le identità queer non sono qualcosa di esotico da pop star americana o relegate a comparsa in qualche salotto televisivo, ma parte integrante di una comunità, che si può incontrare al bar come al supermercato. Anche in una sonnecchiante città di provincia.

Lorenzo Malagigi

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Ultimo aggiornamento: 23/07/2025, 10:44

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