Descrizione
L’assessora Spera: “Una delle grandi sfide del nostro tempo”. Per i rappresentanti c’è una “diffusione incontrollata degli affitti brevi turistici: necessari ulteriori posti letto.”
Alle porte dell’imminente apertura delle immatricolazioni per l’Università degli Studi di Perugia, torna la frenetica ricerca di una stanza per gli studenti universitari che devono calarsi nella realtà di una vera e propria crisi abitativa nel capoluogo. Il periodo post-Covid ha visto l’aumento esponenziale delle iscrizioni all’ateneo umbro, tra il 2022 e il 2023 l’incremento è del 66% ovvero da 6.050 a 10.043, e dei prezzi per un posto letto. “Immobiliare.it insights” segnala un costo medio per una stanza di 289 euro al mese, le case più economiche sono lontane dal centro o dalla zona universitaria, la città non brilla per la quantità di autobus specialmente in orari serali.
Gli umbri proprietari di seconde case tendono a privilegiare gli affitti brevi, si preferiscono i turisti agli studenti. Il report sul turismo della Regione di febbraio inquadra l’Umbria come una meta turistica, al netto delle sue capacità, sempre più attrattiva: nell’anno 2024 registrate 7.318.133 presenze con un incremento percentuale rispetto al 2023 pari al +6.4%, addirittura del +15.9% rispetto al 2022. Per lo stesso elaborato il livello di presenze pre-pandemia è stato raggiunto già nel 2022 e la crescita repentina negli ultimi 2 anni porta con sé un’impennata nel numero di posti letto extralberghieri, +20.000 dal 2017 ovvero un +30%; il trend è in linea con lo Stivale intero dove la nota società Airbnb genera un giro d’affari annuo di 9 miliardi.
I numeri raccontano uno scenario contradditorio, un polo universitario sempre più attrattivo, una città sempre meno accessibile e disponibile.
La risposta politica A riguardo abbiamo intervistato l'assessora alle Politiche sociali con deleghe al diritto all’abitare del Comune di Perugia, Costanza Spera: “La crisi abitativa è una delle grandi sfide del nostro tempo. Non è solo un’emergenza sociale, ma un problema strutturale che limita l’accesso a diritti fondamentali come studio, lavoro e salute. Lo abbiamo visto chiaramente negli ultimi anni, quando molti studenti, pur essendo idonei al posto letto gratuito nelle residenze ADiSU, si sono trovati costretti a dormire in tenda o a rinunciare all’università per l’impossibilità di trovare casa a Perugia”.
La situazione necessita di interventi e scelte politiche per ritornare a un contesto sostenibile e fare in modo non si tralascino i bisogni dei residenti e degli studenti che da sempre sono l’anima di una città universitaria. “Per affrontare questa situazione, l’amministrazione comunale ha messo in campo risposte concrete”, continua l’assessora, “entro l’anno attiveremo due strumenti chiave: l’Osservatorio per le politiche abitative, per leggere con precisione bisogni e dinamiche del territorio, e l’Agenzia Casa, che accompagnerà le persone più fragili nella ricerca di un alloggio e farà da garante tra inquilini e proprietari, superando diffidenze legate alla mancanza di tutele. Stiamo lavorando anche sul canone concordato, affinché sia davvero uno strumento di equilibrio: garantisce prezzi accessibili per gli inquilini e offre vantaggi fiscali e garanzie ai proprietari. Valutiamo incentivi per chi affitta a categorie soggette a discriminazione. Purtroppo, i Comuni non possono intervenire sui contenuti degli accordi territoriali, anche quando questi non rispettano le finalità della norma”.
Riguardo al ruolo dell’ente locale più vicino ai cittadini la Spera commenta: “Oggi i Comuni hanno un doppio compito: monitorare le distorsioni del mercato privato e garantire il diritto alla casa tramite edilizia pubblica e soluzioni abitative accessibili. In quest’ottica, abbiamo stanziato 500.000 euro per rimettere in uso appartamenti ERP inassegnabili, attivato le riserve per gravi emergenze abitative e aumentato i posti in pronta accoglienza per dare risposte immediate alle situazioni più urgenti. Tra gli strumenti già operativi, il fondo LGNET consente di favorire l’accesso alla casa a persone uscite da percorsi di accoglienza, anche con contributi economici mirati che sostengono i percorsi di autonomia abitativa. Senza un’azione bilanciata, aumentano i prezzi, peggiorano le condizioni e si riduce l’offerta, soprattutto nei centri storici e nelle aree universitarie. Un mercato lasciato senza regole non produce né giustizia né accessibilità. A questo si aggiunge il problema degli affitti brevi turistici”.
Il fenomeno è probabilmente lontano dal suo apice, c’è preoccupazione per quelli che saranno gli sviluppi futuri con cui le amministrazioni dovranno fare i conti: “L’aumento esponenziale delle strutture extralberghiere ha reso il mercato sempre più inaccessibile. Se non si interviene, il prossimo anno sarà ancora più critico. Oggi i Comuni hanno strumenti molto limitati e sono spesso ostacolati dalla giurisprudenza per la mancanza di una normativa nazionale chiara. Perugia deve poter crescere turisticamente senza dimenticare la sua vocazione universitaria e sociale, sviluppo e diritto all’abitare devono procedere insieme. Come amministrazione continueremo a lavorare affinché il diritto alla casa torni davvero al centro dell’agenda politica, a ogni livello.”
L’opinione degli studenti Per gli ultimi dati disponibili, anno 2024, quasi il 38% dei circa 32.000 studenti iscritti UniPG proviene da fuori regione, a questi si aggiungono gli umbri che per scelta di vita decidono di trasferirsi da fuorisede. Sulle esigenze degli universitari la coordinatrice UDU Perugia, Nicoletta Schembari: “In questi anni stiamo vivendo un grave peggioramento del mercato immobiliare. Abbiamo assistito e continuiamo ad assistere a un vero e proprio circolo vizioso: l’importante aumento della domanda, dovuto all’aumento degli iscritti e alla scarsa disponibilità di alloggi pubblici, si è scontrato con la sensibile diminuzione dell’offerta, a causa soprattutto della diffusione incontrollata degli affitti brevi turistici, e tutto ciò ha portato a un graduale e sostenuto aumento dei prezzi”. È proprio il costo dell’affitto che lievita ogni anno il problema principale per UDU: “Trovare casa risultava e continua a risultare quasi impossibile: tutto ciò ha minato seriamente l’accessibilità all’alta formazione – continua Schembari - in quanto alcuni studenti, non potendo sostenere prezzi troppo alti, hanno deciso di non iscriversi al nostro ateneo”.
Per il presidente dell’associazione UniSmart Perugia, Leonardo Merla, c’è necessità di aumentare il numero dei posti letto per i borsisti: “A nostro avviso la principale soluzione per mantenere bassi gli affitti è quella di intervenire con efficacia sulle residenze ADiSU. Infatti, negli scorsi anni, buona parte della crisi abitativa è stata conseguenza della chiusura di alcuni collegi per via di interventi di ristrutturazione”.
Se il diritto allo studio è primario, la posizione della casa o del posto letto è una logica conseguenza: “È necessario sottolineare che spesso gli studenti fuorisede, nella scelta dell’alloggio pubblico o privato, tengono molto in considerazione la vicinanza al centro per avere la possibilità di fare un po’ di vita sociale e di conoscere meglio la città, accettando magari di allungare il tragitto per raggiungere il proprio dipartimento. In tal senso auspichiamo che vada a buon fine l’intervento di recupero dello studentato ADiSU in via Faina e che si possano individuare altri spazi verso il centro città per ospitare studenti fuorisede”.
Luca Proietti