Descrizione

I programmi di screening per la prevenzione del tumore della mammella, del tumore della cervice uterina e del tumore del colon retto sono stati avviati in Umbria già da molti anni, sulla base delle considerazioni della comunità scientifica nazionale e internazionale.

L’accordo Stato-Regioni sulle linee-guida riguardanti la prevenzione, la diagnosi e l’assistenza in oncologia del 2001, contenenti indicazioni per gli screening, e il DPCM 29 novembre 2001 n. 26, che definiva i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) tra cui rientravano i programmi di screening organizzati di popolazione per la diagnosi precoce dei tumori del colon-retto, della mammella e del collo dell’utero, hanno reso questi programmi un diritto per i cittadini interessati.

Per garantire livelli di standardizzazione e di qualità elevati sull’intero territorio regionale, in Umbria è stato avviato nel 2007 un processo di “regionalizzazione” per alcuni aspetti strategici quali lo sviluppo di un sistema informativo unico per tutti e tre gli screening, la progettazione della comunicazione, sia nei confronti del singolo cittadino sia della collettività, la formazione degli operatori, la valutazione di processo e di esito.

Tale processo ha prodotto una serie di notevoli risultati in termini di miglioramento dell’organizzazione e della qualità degli screening oncologici. L’attivazione del Laboratorio Unico di Screening su scala regionale nell’attuale Azienda USL Umbria 1, attraverso la centralizzazione delle attività di patologia clinica riferite allo screening cervicale e colorettale, assicura qualità e appropriatezza alle prestazioni di primo livello dello screening.

L’introduzione della metodica della citologia in fase liquida (LBC) per l’esecuzione del prelievo cervicale nello screening per il tumore della cervice uterina, che permette di eseguire da un unico campione di cellule prelevate sia il Pap-test sia la ricerca del Papilloma Virus, ha migliorato la qualità della prestazione del primo livello, evitando alle donne un ulteriore prelievo citologico nel caso in cui siano necessari approfondimenti diagnostici.

A partire dal 2008 tramite la DGR 2033/2007 e la DGR 84/2008, con le quali è stato aggiornato il protocollo regionale per le vaccinazioni, la nostra regione ha altresì potenziato la strategia di prevenzione primaria e secondaria del tumore della cervice uterina introducendo la vaccinazione anti-HPV nelle ragazze e nei ragazzi undicenni.

Nel periodo che va dal 2013 al 2017, sulla base di evidenze scientifiche e indicazioni nazionali, sono stati introdotti importanti cambiamenti nei protocolli per gli screening femminili: è stato esteso l’invito biennale ad effettuare una mammografia di screening anche alle donne tra i 70 e i 74 anni ed è stato introdotto il test HPV come test primario di screening per la prevenzione del tumore della cervice uterina, in un primo momento nelle donne tra i 35 e i 64 anni e a partire dal 2018 anche per le donne tra i 30 e i 34 anni.

Con la DGR 366/2013 “Linee di indirizzo per un nuovo modello organizzativo per gli screening oncologici”; sono stati inoltre istituiti i Centri Screening aziendali e individuati i coordinatori aziendali degli screening.

I Centri Screening aziendali svolgono le funzioni di gestione inviti, di front-office e di attivazione del percorso di secondo livello diagnostico terapeutico, raccolgono i dati necessari alla definizione del percorso dell’utente e alla valutazione quali-quantitativa dell’attività nel suo complesso.

Con la D.G.R. 1359/2022 , in linea con le indicazioni contenute nel Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025, è stata recepita a livello regionale la raccomandazione ministeriale che prevede per lo screening per la cervice uterina di invitare a 30 anni le donne vaccinate contro l’HPV prima dei 15 anni.

A tal fine, attraverso l’integrazione tra le anagrafi vaccinali e il programma di gestione degli screening, è ora possibile verificare lo stato vaccinale per HPV delle donne che debbono essere invitate per la prima volta allo screening, per strutturare percorsi di screening differenziati.

Le Aziende comunicheranno con lettera a domicilio alle donne venticinquenni, che sono state vaccinate contro l’HPV con due dosi di vaccino entro i 15 anni, il posticipo a 30 anni per la prima chiamata allo screening della cervice, che verrà effettuata con invito a test HPV.

Le donne venticinquenni non vaccinate contro l’HPV, o con una sola dose di vaccino o con seconda dose del ciclo vaccinale somministrata dopo il compimento dei 15 anni, saranno invitate dalle Aziende USL con la prima chiamata di screening del tumore del collo dell’utero ad effettuare il Pap-test.

Importanti novità sono state introdotte anche nel programma di screening colorettale con la D.G.R. 517/2022 che prevede il coinvolgimento delle farmacie nel percorso di primo livello dello screening colorettale sulla base delle “Linee di indirizzo per la sperimentazione dei nuovi servizi nella farmacia di Comunità”. 

Nello specifico, la collaborazione con le farmacie presenti sul territorio regionale consiste in:

  • consegna del kit per effettuare il test di screening alla coorte dei nuovi  50enni e a alla coorte dei mai aderenti;
  • ricerca attiva dei pazienti cosiddetti non aderenti;
  • ritiro del campione per tutti i cittadini che hanno effettuato il test di screening e invio al Laboratorio Unico di Screening per la refertazione.

Ultimo aggiornamento: 11/02/2025, 09:17

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